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Abbuoto Filari San Raffaele Lazio IGT Monti Cecubi 2022

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Confronta
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CAECUBUS AGER

Im antiken Rom waren die Weine Caecubum und Falernum besonders begehrt, sie stritten bis zum Beginn der Herrschaft des Augustus um den ersten Platz. Gaius Plinius, genannt der Ältere, hatte keine Zweifel: An erster Stelle stand das Caecubum (Cecubo). Heute versucht eine engagierte Önologin, es in seinem historischen Anbaugebiet zwischen Fondi, Itri und Sperlonga neu zu erschaffen.

Wenn man versucht, die Rebsorten der römischen Weine zu identifizieren, stößt man oft auf Vermutungen, da die Weine nach ihren Herkunftsgebieten und nicht nach den Trauben benannt wurden. So stammten etwa der Surrentinum, der Beneventanum und der Patavium jeweils von der sorrentinischen Halbinsel, aus dem Gebiet um Benevent und aus dem Raum Padua. Einer der ersten berühmten Weine aufgrund seiner Herkunft war der Falernum, erzeugt im Ager Falernus (heutige Provinz Caserta in Kampanien), sehr geschätzt und teuer. Eine Inschrift in Pompeji besagte, dass man für vier Asses Falernischen Wein trinken konnte. Dennoch hielt Plinius der Ältere den Caecubum für überlegen: “antea Caecubum postea Falernum”.

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Der Caecubum war ein Wein, der im Caecubus Ager erzeugt wurde, jenem Gebiet zwischen Terracina, Sperlonga, Fondi und Itri an der Küste des südlichen Latiums, wo die Reben in sumpfigem Gelände wuchsen und an Pappeln emporrankten. Er war so selten und kostbar, dass er nur zur Feier denkwürdiger Ereignisse verwendet wurde.

Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus… Caecubum (Horaz, Ode 1,37).
„Nun gilt es zu trinken, nun den Boden frei mit dem Fuß zu stampfen beim Tanz, nun den Cäcuber zu trinken…“ schrieb Horaz in seinen Oden. Der Anlass zum Fest war der Tod der verhassten Kleopatra – und gefeiert wurde mit einem edelsten Wein, dem Caecubum.

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BESCHREIBUNG

Alte autochthone Rebsorte, die im hügeligen Vorland von Fondi angebaut wird. Die umliegenden Gegenden am San Puoto See sind seit jeher die Wiege dieser Rebsorte, die ihre besten Eigenschaften im engen Bezug zum Ursprungsboden seit der Antike entfaltet. Der Weinberg liegt an einem sanften Hang und profitiert von einem fruchtbaren, organisch reichen Boden, nicht weit vom Meer entfernt.

Die Farbe ist ein tiefes Amarantrot; Aromen von Pflaume und Kirsche verbinden sich mit warmen Noten von Kaffee, Kakao und Tabak. Der Auftakt am Gaumen ist frisch und angenehm salzig. Danach entwickelt sich ein komplexerer Geschmack mit eleganten und cremigen Tanninen. Der Nachklang hinterlässt Noten von Zimt und Wacholder.

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CAECUS BIBENDUM 

A scoprirlo e diffonderlo a Roma è assai probabile che sia stato il Censore Appio Claudio Ceco, colui che nel 312 a.C. diede inizio alla costruzione della via Appia. Giunti tra Fondi e Formia, i lavori della strada rallentarono a causa della conformazione rocciosa delle colline, e il censore romano, non vedente, ebbe tempo e modo di conoscere meglio quei territori, venendo a conoscenza di un eccellente vino locale, che, portato a Roma, prese il suo nome, così come tutto l’areale di produzione. Cècubo, infatti, viene da caecus bibendum “il cieco che beve”.

VITIGNI AUTOCTONI RITROVATI

Non è facile risalire ai vitigni dei vini romani, ma per il Cècubo abbiamo alcune testimonianze. Si ritiene che fosse prodotto con due vitigni principali, tra cuil’Uva serpe, menzionata da Columella nel 1° secolo d.C. con il nome greco „dracontion“ (serpente), utilizzata per un vino robusto.
L’altro vitigno antico del Caecubus Ager è l’Abbuòto, che alcuni identificano con il nome Caecubum. Questo vitigno era coltivato vicino a Fondi e Itri, nel Caecubus Ager, attorno al lago Puòto (da cui il nome Abbuòto). Le analisi genetiche confermano che questa varietà è rimasta localizzata nell’area.

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MONTI CECUBI

L’Azienda Agricola Monti Cecubi si trova a Itri, nel Lazio in provincia di Latina, sulle colline a vista del mare di Sperlonga, terra d’origine dell’antico Vino Cecubo, tradizione risalente all’epoca
della Roma repubblicana.

Nel luogo dove duemila anni fa si estendeva il Caecubus Ager, alla fine degli anni ’90, il notaio Antonio Schettino acquistò una masseria di circa 100 ettari, situata su una collina nel comune di Itri. Qui si trovavano piccole vigne di vitigni autoctoni locali, tra cui l’Uva Serpe e l’Abbuoto. Oggi la proprietà comprende 6 ettari di uliveto e circa 17 ettari di vigneto, dove le marze delle antiche vigne trovate sono state utilizzate per impiantare nuovi vigneti.

Chiara Fabietti, giovane enologa con studi a Bordeaux e una solida esperienza in grandi cantine italiane, guida oggi la cantina con l’obiettivo stimolante, ma non semplice, di far rinascere e far apprezzare nuovamente i vini dell’antica Roma, in particolare il Cècubo, il vino era già noto più di duemila anni fa, ma com’era veramente rimane un mistero. A Chiara Fabietti spetta il difficile, ma affascinante, compito di riscoprire questa archeologia vinicola, tra vigna e cantina.

Zusätzliche Informationen

Tipologia

Rosso IGT

Zona di produzione

Fondi, Itri, Sperlonga e Formia. Provincia di Latina

Annata

2022

Alcol

13 % vol.

Vitigni

Abbuoto

Età del vigneto

Oltre 50 anni

Terreno

Argilla, Calcare, Fertile, Sostanze organiche

Altitudine

Oltre 300 m.

Fermentazione Alcolica

Acciaio, Crio-macerazione pre-fermentativa

Lieviti

Indigeni

Malolattica

Acciaio

Affinamento

Botte Grande

Durata Affinamento Legno

6 mesi

Durata Affinamento Totale prima della messa in commercio

Almeno 20 mesi

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