DESCRIZIONE
È il vino dedicato alle terre Itrane e alla loro storia. Durante la costruzione della Via Appia, i romani ebbero modo di apprezzare le qualità del vino prodotto in quei luoghi, portandolo nell’Urbe e decantandolo come tra i migliori vini dell’epoca.
50% Merlot, 40% Abbuoto, 10% Serpe.
Le uve provengono dai vigneti, immersi nei boschi di sughere, caratterizzati da terra rossa, argilloso calcarea, povera di sostanza organica e ricca di minerali.
Di colore rosso rubino intenso; al naso è vinoso e delicato. Ricorda la viola, i frutti di bosco, note mediterranee seguite da sentori di tabacco e cuoio. Sapore asciutto, sapido, fresco ed armonioso, ampio e vellutato. Tannino delicato ed equilibrato.
CAECUS BIBENDUM
A scoprirlo e diffonderlo a Roma è assai probabile che sia stato il Censore Appio Claudio Ceco, colui che nel 312 a.C. diede inizio alla costruzione della via Appia. Giunti tra Fondi e Formia, i lavori della strada rallentarono a causa della conformazione rocciosa delle colline, e il censore romano, non vedente, ebbe tempo e modo di conoscere meglio quei territori, venendo a conoscenza di un eccellente vino locale, che, portato a Roma, prese il suo nome, così come tutto l’areale di produzione. Cècubo, infatti, viene da caecus bibendum “il cieco che beve”.
VITIGNI AUTOCTONI RITROVATI
Non è facile risalire ai vitigni dei vini romani, ma per il Cècubo abbiamo alcune testimonianze. Si ritiene che fosse prodotto con due vitigni principali, tra cuil’Uva serpe, menzionata da Columella nel 1° secolo d.C. con il nome greco “dracontion” (serpente), utilizzata per un vino robusto.
L’altro vitigno antico del Caecubus Ager è l’Abbuòto, che alcuni identificano con il nome Caecubum. Questo vitigno era coltivato vicino a Fondi e Itri, nel Caecubus Ager, attorno al lago Puòto (da cui il nome Abbuòto). Le analisi genetiche confermano che questa varietà è rimasta localizzata nell’area.
MONTI CECUBI
L’Azienda Agricola Monti Cecubi si trova a Itri, nel Lazio in provincia di Latina, sulle colline a vista del mare di Sperlonga, terra d’origine dell’antico Vino Cecubo, tradizione risalente all’epoca
della Roma repubblicana.
Nel luogo dove duemila anni fa si estendeva il Caecubus Ager, alla fine degli anni ’90, il notaio Antonio Schettino acquistò una masseria di circa 100 ettari, situata su una collina nel comune di Itri. Qui si trovavano piccole vigne di vitigni autoctoni locali, tra cui l’Uva Serpe e l’Abbuoto. Oggi la proprietà comprende 6 ettari di uliveto e circa 17 ettari di vigneto, dove le marze delle antiche vigne trovate sono state utilizzate per impiantare nuovi vigneti.
Chiara Fabietti, giovane enologa con studi a Bordeaux e una solida esperienza in grandi cantine italiane, guida oggi la cantina con l’obiettivo stimolante, ma non semplice, di far rinascere e far apprezzare nuovamente i vini dell’antica Roma, in particolare il Cècubo, il vino era già noto più di duemila anni fa, ma com’era veramente rimane un mistero. A Chiara Fabietti spetta il difficile, ma affascinante, compito di riscoprire questa archeologia vinicola, tra vigna e cantina.