DESCRIZIONE PICCOLO PRINCIPE FATTORIA CABANON 2016
Nel calice è un rosso rubino carico, molto consistente, materico, una tonalità colorante che rimane scolpita nel bicchiere. Al naso è molto intenso e ampio, emerge una frutta a tinte scure come una prugna ben matura, un’amarena e poi le spezie con cannella e chiodi di garofano, poi ancora emerge il sottobosco, funghi. Percepibile è la tostatura del caffè, una leggera polvere di cacao, per finire una nota minerale di grafite, selce, il tutto contornato da uno sfondo balsamico di eucalipto e leggero mentolo. Un bouquet molto variegato che dopo la permanenza nel bicchiere si amplifica anche di una nota dolce, golosa che rimanda subito alla crema catalana, zucchero caramellato, marzapane, biscotto…
In bocca ha un notevole equilibrio, ogni componente è al suo posto e rende il sorso appagante e cremoso grazie anche ad un tannino vellutato che gioca in equilibrio con una tagliente acidità tipica della barbera e qua perfettamente integrata. La persistenza è lunga. Un vino di grande stoffa, longevo, in cui l’uso del legno è ben gestito. Di una grande annata quale è la 2016. Barbera imperdibile.
L’azienda vanta da sempre una tradizione di agricoltura biologica, in anticipo di decenni. Il rispetto per l’ambiente e la ricerca di una vita il più sana possibile è la base di tutte le iniziative aziendali; Cabanon produce vini e distillati nel più assoluto rispetto della natura e della salute dei consumatori.
Un’azienda agricola a conduzione familiare che, pur non trascurando le più moderne tecniche enologiche, coltiva e vinifica uve nell’assoluto rispetto della più antica tradizione rurale, arricchendo i prodotti di autentici umori e sapori di nostranità e tipicità, classici della produzione artigianale.
La tradizione vitivinicola di Cabanon è attiva sin dal 1909. Fu però Giovanni Mercandelli, padre dell’attuale proprietaria Elena, ad avere l’intuito di creare su quei terreni una attività vitivinicola imprenditoriale e fu lui a crearla quasi dal nulla, sul finire degli anni ’60. Ebbe l’intuito di impiantare vitigni innovativi e del tutto estranei al classico territorio Oltrepò, (quali Cabernet, Sauvignon Blanc, Syrah ed altri ancora, quasi innominabili!) ed ebbe sempre uno sguardo attento verso la Francia.